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IL DELITTO DELLA SIGNORA GRAFE’

La vicenda si svolge agli inizi del ‘900, tra leggenda e realtà.
Protagonisti: la signora Granafè – il mugnaio di famiglia, innocente – il mulattiere di famiglia, l’assassino – il prete confessore – il maresciallo, marito della sig. Granafè, assente nei giorni del delitto. I signori Granafè, all’epoca, abitavano in quella che era l’ultima casa prima di giungere nel punto più alto del castello dove oggi c’è la croce, inesistente all’epoca dei fatti . I Granafè, ricca famiglia del luogo o proveniente dalla vicina Puglia dove esistevano i Granafei, erano benestanti e possessori di terreni e di un mulino, gestiti da un mugnaio e da un mulattiere. La sig.ra, di cui mai fu pronunciato il nome, gestiva in prima persona tutto il patrimonio di famiglia. Una mattina, con una pugnalata nel petto, fu trovata morta in casa dal mugnaio che, quotidianamente, passava a prendere la chiave del mulino. Le persone del vicinato videro il mugnaio in casa Granafè e riferirono tutto alle autorità dell’epoca, accusarono il povero mugnaio che, senza potersi difendere, andò in cella da innocente. La Granafè, prima di esalare l’ultimo respiro, avrebbe poggiato, alla parete della camera del delitto, la mano insanguinata lasciandovi l’impronta. Dopo 20 anni circa, l’altro garzone, il mulattiere, sul letto di morte, confessò l’assassinio al prete, dicendo che il mugnaio era innocente: la mattina verso le ore 3 il mulattiere, dopo aver commesso il delitto, prese i muli e andò nel bosco a tagliare la legna senza destare sospetti. Il prete riferì tutto alle autorità e così fu liberato il povero mugnaio. Delitto passionale? Nessuno lo saprà mai. L’impronta della mano insanguinata della signora rimase in evidenza per molti decenni, fino alla seconda metà del ‘900. Negli anni i discendenti proprietari della casa Granafè coprivano con la calce l’immagine della mano insanguinata, che in breve tempo ricompariva sulla parete. Poi fu cambiato addirittura l’intonaco, ma di nuovo riappariva l’impronta indelebile della mano rossa. Negli anni passati i vicini avrebbero udito rumori provenienti dalla casa Granafè dovuti al fantasma della signora. Spesso si può udire del vento, anche in giornate dove il vento è assente. Ancora oggi molte persone, passando davanti casa Granafè, si fanno il segno della croce per superstizione. Fonti orali: Tommaso Paonessa, Enzo Fittipaldi