TUTTE LE ATTIVITÀ

LE SOCIETA’; SEGRETE A ROTONDA/ “U PIZZO I’TRENTA” / LA CROCE

La Croce del Castello fu posta negli anni ‘50 dai Padri Redentoristi a ricordo della loro opera catechetica e delle loro missioni nel nostro borgo. I martiri del 1799 non erano morti invano, perché essi furono di esempio ai molti Lucani che, affratellatesi nelle società segrete, partecipavano attivamente al movimento clandestino per l’acquisto della libertà e della Costituzione. Tra le più note, vi è anche quella di Rotonda, “La Chiesa dell’Alto Mercure”. Quest’ultima svolse una notevole attività tra Rotonda e Castelluccio Inferiore, i suoi affiliati erano decisamente repubblicani e si schierarono con gli insorti calabresi ai quali inviarono truppe armate. “La Chiesa dell’Alto Mercure” fu fondata in Rotonda da Giovanni Miraglia e tra i suoi collaboratori vi erano: Balanciò Federico, Bonifacio Vincenzo, Calfa Vincenzo, Bonelli Diego (già aderenti alla Repubblica Partenopea), Catalano Domenico, Cataldi Giuseppe Antonio, Cataldi Nicola e Cozzetto Raffaele (fu anche milite della Guardia Nazionale, partecipò in modo significativo alla repressione del brigantaggio e venne decorato nel 1861 con medaglia d’oro), tutti rotondesi. Si narra, secondo un’antica leggenda locale, che i partecipanti al movimento
insurrezionale per le quotidiane comunicazioni tra i capi residenti in paese e gli emissari annidatisi al sicuro nella roccaforte di Castellano, di proprietà del Cap. Fasanelli, costruirono una galleria lunga 3 Km, con inizio ai piedi della località “coste” a nord del paese e con sbocco a S. Lorenzo. Detto cunicolo fu ideato per sottrarsi, lungo la strada, agli attacchi dei gendarmi con quartiere generale in un vano della Casa Libonati in piazza Vittorio Emanuele, precisamente ove è sito oggi il “Caffè Lidia”. Mediante tale “camminamento” i messaggeri raggiungevano Castellano indisturbati, al sicuro e in poco tempo; poi il cunicolo, detto “u pizzo ì trenta”, con il passare del tempo andò restringendosi, rendendosi intransitabile. Secondo un’altra voce popolare molto diffusa, lo stesso cunicolo risalirebbe ad epoca più remota, al tempo degli antichi Principi Scannasorece, che nel costruire il “Castello”, avrebbero traforato questo corridoio sotterraneo per utilizzarlo in caso di pericolo o di fuga repentina dalla roccaforte. Da alcune ricerche fatte, la soria del Castello è avvolta nell’assoluto mistero; ma tutto fa pensare, e ne sono testimonianza i vecchi ruderi, che esso sia stato, piuttosto che un Castello, una torre di guardia dove i cosiddetti “castaldi” (luogotenenti dei Principi) dimoravano. Fonti scritte: “Nerulum Rotonda” , Umberto D’Aquino, Enzo Fittipaldi, Saverio Lauria-ed.salentina,Galatina,Lecce,1976 Rotonda – Itinerari della pietra dell’Ecomueo del Pollino, Enzo Fittipaldi Fonti orali: Tommaso Paonessa